Memoriale storie della guerra



Alexandru Mocanu ricorda Gheorghe Cepoi

Gheorghe Cepoi era il mio bisnonno materno. Nacque il 27 settembre del 1924 in quella che allora era l'Ucraina Sovietica. Gheorghe prima della Seconda Guerra mondiale, ha vissuto in un villaggio chiamato Utkonosovka, nel Sud dell'Ucraina al confine con la Romania. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale ha vissuto nella Città di Izmail. Gheorghe Cepoi è andato in guerra all'età di 18 anni, precisamente nella primavera del 1943, combattendo per l'Armata Russa. Nel marzo del 1945 un soldato nemico gli sparò alla coscia destra, fu allora ricoverato in Cecoslovacchia. Il 17 giugno del 1945 fu mandato a casa e al termine della guerra ricevette alcune medaglie al valore militare. A causa dell'incidente di guerra ha avuto per tutta la vita difficoltà a camminare. Gheorghe Cepoi morì il 2 marzo del 2010. Nell' Izmail Historical Museum of Sovorov, in Ucraina, è conservata la sua divisa.

Questo testo è stato scritto grazie a informazioni raccolte attraverso un'intervista a mio nonno e alla cugina di mia madre, che hanno fornito le fotografie tratte dall' Izmail Historical Museum of Sovorov e del Monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale a Utkonosovka.


Davide Ciatti ricorda Dante Morandi

Dante Morandi era il mio bisnonno. Nacque a Reggello, in provincia di Firenze, nel 1914. Nel 1943 Dante ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale combattendo sul fronte francese e in Africa (Libia).

Sul fronte francese ha combattuto per un breve periodo poiché, quando la Francia fu invasa dai tedeschi, le truppe si ritirarono.
In Libia ebbe l'incarico di "portaordini" come motociclista e  poi fu autista di camion, addetto al trasporto delle truppe e dei materiali per rifornire le prime linee del fronte.

Successivamente si ammalò di malaria e fu rimpatriato su una nave ospedale. L'8 settembre, il giorno dell'Armistizio, si trovava a Bari. Quel giorno festeggiò, con altri militari, la fine della guerra.

Queste informazioni sono state raccolte attraverso un'intervista a mio nonno Dino, il figlio di Dante. 


Vittoria Barbetti ricorda Bruno Rossi

Bruno Rossi era un prozio di mia madre, nacque nel 1921 a Volterra.

Faceva parte dell'ottava armata ARMIR, (Armata italiana in Russia), un corpo di spedizione che operò nel 1942-43 nella zona del Don. Mandava molte lettere a casa, che spesso però arrivavano con molte righe censurate, cancellate con spesse righe di inchiostro di china nero. Durante la guerra Bruno salvò la vita ad un militare, che riuscì a tornare vivo a casa e successivamente contattò la mia famiglia per raccontargli dell'accaduto.
Dopo quel momento i miei parenti non hanno più ricevuto notizie di Bruno. Fu disperso in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Queste informazioni sono state raccolte grazie ai racconti dello zio di mia madre, Bruno Rossi, che portava lo stesso nome del prozio.


Martina Laghi ricorda Otello Bertozzi, Elio Barzagli, Pio Baraccani

Otello Bertozzi era il mio bisnonno. Nacque il 23 novembre del 1921 a Riolo Terme, provincia di Ravenna. Otello era un soldato italiano che faceva parte della fanteria. Nel 1940 fu mandato in Germania per combattere la Seconda Guerra Mondiale. Otello è stato prigioniero in Germania dal 1940 al 1945; raccontava che nel campo di fronte coltivavano patate per cui si cibavano solo di questo; una volta tornato a casa ebbe molti problemi legati alla cattiva alimentazione di quegli anni. Raccontava che per tornare in Italia, partì dal campo di concentramento insieme ad altri compagni, e durante la notte attraversarono il confine passando sotto ad un recinto di filo spinato, graffiandosi la schiena. Il lungo tragitto di ritorno fu percorso interamente a piedi, per oltre 950 chilometri, per più di un mese.

Elio Barzagli era lo zio di mio nonno, è stato portato in Albania per combattere la Seconda Guerra Mondiale a soli 24 anni, non è mai tornato e di lui non si hanno più notizie dal 1940.

Pio Baraccani era lo zio di mia nonna, ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale nell'esercito italiano in Libia, ma anche lui non è mai ritornato.

Queste informazioni sono state ricavate grazie alle testimonianze di mio nonno Carlo Barzagli, nipote di Elio, e mia nonna Maria Assunta Bertozzi, figlia di Otello.


Robert Melniceanu ricorda Dumitru Stefan


Dumitru Stefan era il mio bisnonno, nacque il 6 Ottobre del 1914 a Bucarest. Nel 1944 la Romania era alleata con la Germania; in quell'anno lui aveva 30 anni e faceva la leva militare obbligatoria. Quando i tedeschi andarono in guerra contro i russi i soldati rumeni dovettero partire anch'essi, schierati con la Germania e le altre potenze dell'Asse. Dumitru partecipò alla guerra per un anno fino al colpo di stato del 23 agosto del 1944, che portò all'arresto del Primo Ministro Ion Antonescu e alla fine della dittatura militare per la Romania. In quel momento, iniziarono le trattative per un armistizio con gli Alleati (Unione Sovietica, Stati Uniti e Gran Bretagna) e i soldati rumeni iniziarono a combattere contro i tedeschi, prima loro alleati. Dumitru iniziò un lungo viaggio da Odessa a Bucarest, a piedi e usando altri mezzi di fortuna trovati lungo il cammino, treni, macchine etc.

Dumitru non ha mai voluto raccontare alla sua famiglia se avesse ucciso qualcuno in guerra. Quando tornò si sposò e lavorò per tutta la vita come sarto, fino alla sua morte nel 1988.

Queste informazioni le ho raccolte intervistando mio nonno Ion Stefan, che ha condiviso con me tutto ciò che si ricordava di quegli anni e della Seconda Guerra Mondiale in Romania


Pietro Pappacena ricorda Luigi Pappacena

Luigi Pappacena era il mio bisnonno. E' nato a Sarno, in provincia di Salerno e ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale. Era un sottufficiale della Marina Militare Italiana ed era imbarcato sull'incrociatore Pola che venne affondato, insieme a metà della flotta italiana che vi era a bordo, nella battaglia di Capo Matapan, in Grecia. Le navi italiane vennero affondate dalla flotta e dagli aerosiluranti inglesi. Luigi Pappacena morì in questa battaglia, nel marzo del 1941.Queste informazioni sono state raccolte grazie al racconto di mio nonno Giancarlo, figlio di Luigi.


Alice Sarti ricorda la storia della trisnonna Annunziata

Nel 1943 durante l'occupazione a Firenze, a Troghi, in una bella casa in campagna affiancata da una piccola fattoria viveva la mia trisnonna Annunziata insieme al mio bisnonno Giuseppe, anche chiamato "Modesto", a mia nonna Maria e alle sue sorelle Piera e Anna. Era un giorno tranquillo come altri quando, ad un certo punto, bussarono alla porta: erano i tedeschi! Il mio bisnonno dalla paura di essere ucciso, si buttò dal primo piano della casa per scappare, fortunatamente non si fece male e riuscì a trovare rifugio altrove. Nel frattempo mia nonna e le sue sorelle si nascosero. La mia trisnonna aprì la porta e i tedeschi gli dissero: "Signora ci dia da mangiare, venga con noi". La mia trisnonna li portò nella fattoria e presero un bue. Dopo un po' di giorni i tedeschi si affacciarono di nuovo al portone e dissero: "Signora venga con noi!". La mia trisnonna Annunziata li seguì e la portarono nella loro base. Una volta arrivati al campo, i tedeschi inaspettatamente fecero un gesto di gratitudine, dandole un pezzo di carne del bue che le avevano preso. La mia trisnonna rimase notevolmente sorpresa di questo "regalo" e tornò a casa con la voglia di raccontare questo singolare accadimento. Questa è una storia con un lieto fine, a differenza di molte altre di questo periodo, e può aiutarci a capire che, a volte, il nemico non è sempre cattivo.

Questa storia mi è stata raccontata da mio padre Fabrizio e da mio zio Alessandro.

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia